Cavallini della Giara: in 600 stanno morendo di fame e di sete. Parte il mail bombing

Sono uno dei simboli per eccellenza della Sardegna, ma a causa della prolungata siccità stanno morendo di fame e di sete. Soni i cavallini della Giara, tipici dell’entroterra sardo e dell’Altopiano della Giara, situato tra le province di Cagliari e Nuoro, e appartenenti a una razza in via di estinzione di inestimabile valore genetico. Dalla fine di Ottobre aumentano, infatti, i ritrovamenti di animali ridotti pelle ed ossa, che devono spartirsi la poca erba a disposizione con le mucche, anch’esse lasciate al pascolo brado.

Gli equini, circa 600, sono in fin di vita e scavano col muso come i cinghiali nella speranza di trovare qualcosa da mangiare. Nei giorni scorsi sono state soccorse una puledrina e una cavalla incinta, poi un cavallino agonizzante sulla Giara del Medio Campidano trovato lunedì pomeriggio e ieri un altro cavallo, prelevato da alcuni volontari. La situazione sta diventando sempre più insostenibile, anche se un gruppo su Facebook sta cercando di raccogliere aiuti, dal fieno, all’avena, passando per i medicinali perché sono in molti ad essersi ammalati.

La LAV è intervenuta rivolgendo un accorato appello per la loro salvezza ai Deputati e Senatori eletti in Sardegna e al Ministro Pisanu, originario di Sassari, affinché si adoperino al fine di sbloccare una situazione che non fa certo onore alla Sardegna e a tutti i suoi rappresentanti. Anche perché da anni mancano finanziamenti per il mantenimento e per la sicurezza, considerati i gravissimi episodi di violenza che si sono spesso verificati ai loro danni e che hanno causato numerose vittime. La loro sopravvivenza è stata finora assicurata dalla Comunità Montana ”Sa Giara”, il cui Presidente ha più volte invitato la Regione Sardegna a stanziare dei fondi altrimenti non sarà più in grado di garantirne la gestione.

Ieri sera, intanto, come riporta Geapress, c’è stata una prima riunione tra i Sindaci di Gesturi, Setzu e Tuili. Domani pomeriggio un secondo incontro, dove sarà presente anche la Regione Sardegna. Intanto il fieno parrebbe essere arrivato. Secondo quanto riportato dal Sindaco di Gesturi, alcuni bovini sarebbero stati prelevati e portati via dai proprietari, mentre è stata rinnovata la convenzione con la Cooperativa che si occupa proprio della gestione dei cavalli.

Ma questo potrebbe non bastare: i piccoli cavalli di Giara dovrebbero essere protetti e tutelati come il patrimonio del territorio quali sono. Perché quello che manca è una previsione normativa. Per questo, è possibile inviare una mail al Presidente della regione Sardegna Ugo Cappellacci all’indirizzo pres.urp@regione.sardegna.it, per chiedere di prendere seri provvedimenti per salvaguardare le vite di questi straordinari e unici animali.

Qui un testo tipo:

Scrivo per manifestare la mia preoccupazione riguardo ai cavallini della Giara. Sul web la situazione di questi animali, patrimonio della Sardegna, è seguita con grande apprensione. Credo di interpretare il sentimento collettivo delle tante persone che hanno preso a cuore la loro sorte, nel chiedere che questi animali siano immediatamente foraggiati, e nel chiedere, in un futuro prossimo, interventi strutturali per creare una condizione stabile per la protezione della specie. Risulta evidente che gli sforzi dei Comuni limitrofi non possono bastare, e giro a voi queste domande che ho letto al riguardo della situazione dei Cavallini della Giara:

  • come mai un patrimonio così importante non risulta di competenza di nessun assessorato regionale?
  • perché non esiste una legge che li protegge?
  • perché non sono riconosciuti come razza selvatica da tutelare?
  • perché esiste ancora oggi alle soglie del 2013 la proprietà privata di parte dei cavallini?

Anche in vista di un futuro incontro fra il Presidente della Regione Sardegna e i sindaci interessati, prego di stanziare ogni anno una cifra adeguata perché possano essere gestiti in modo non emergenziale questi meravigliosi cavalli simbolo e patrimonio della Regione Sardegna e dell’Umanità. Vorrei esortare la Regione ad interessarsi anche alle sorti del resto della popolazione equina sarda che vive allo Stato brado.

Cordiali saluti.

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